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Commenti e Saggi


46. Demostene e “li Picacchiù”


Gli abitanti di Sarnano sono soprannominati da sempre “Li Picacchiù” negli anni ‘20 usciva anche un giornale di satira, bellissimo, che dovrebbe anche oggi essere redatto, e si chiamava “Il Picacchione” sottotitolo “esce quando gli pare e piace.” Il perché di questo nome è dato dalla facilità espressiva e commentativa del popolo sarnanese su ogni avvenimento, argomento e tematica presente nella vita quotidiana. Commenti che oltretutto si manifestano con rapidità e chiarezza concettuale. In fondo è dote di grande libertà dialettica individuale e scevra da ogni condizionamento culturale, perciò lode ai Sarnanesi.

Allora, conoscendo queste doti Sarnanesi, che forse saranno anche le mie, pur poco manifeste, quando il Comune mi affidò l’incarico di progettare il percorso meccanizzato, che dal parcheggio Bozzoni porta alla statale 78 Picena, per facilitare in parte l’accesso al Centro Storico, pensai di materializzare questo carattere sarnanese con un simbolo: la trave gialla della copertura in corrispondenza dell’uscita sulla statale termina con una stilizzata testa di drago dotato di una lunga lingua sulla quale è posta una piccola sfera metallica, come fosse un sassolino. Il riferimento che volevo dare, e spero di aver dato, è al grande politico ed oratore dell’antica Atene, Demostene, che essendo balbuziente, per parlare bene e con i giusti tempi, si esercitava per ore prima delle sue pubbliche eloquenze, tenendo sassolini in bocca. Quindi la morale è: prima di parlare pensiamoci. Credo che pochi siano i Sarnanesi che hanno riconosciuto questo simbolismo, però è lì.

Sarnano, 2013

arch. Giuseppe Gentili