Indice

Commenti e Saggi


39. Specificità naturali e architettura non conseguente


L'architettura è il luogo e la materializzazione del progredire dell'uomo, e questo vivendo all'interno di essa e nel suo intorno ne percepisce la storia come sequenza di esperienze, e per suo tramite si proietta nel futuro.

L'architettura nelle sue specificità geografiche potrebbe essere definita come architettura dei diversi frammenti del progredire, identificabili nelle varie differenze e rimandi stilistici geografici e quindi storico-culturali, suggerendo materialmente all'uomo attento, una visione di stimolante auto consapevolezza.

Il termine letterario di "comunista" in politica sta a significare una stratificazione egualitaria con caratteri similari a prescindere dalle coordinate terrestri.

Siamo diventati etimologicamente tutti comunisti egualitari nella cultura architettonica. Il comunismo politicamente non è riuscito a materializzare la propria concezione sociale egualitaria, anzi ha prodotto problemi epocali diversi da luogo a luogo invece c'è riuscito nell'architettura, oltretutto a dimensione mondiale. Senza esserne consapevole ha imposto l'annullamento della tipologia umana e della differenza tra popoli, perfino quella geografica, imponendo subdolamente la sterile ed immobile uguaglianza delle immagini e sensazioni architettoniche. Questo nel nostro contemporaneo.

L'architettura, nelle sue prime ed elementari manifestazioni, pensiamo alla grotta, è stata l'esigenza dell'uomo nella quale le capacità dell'abitante e le caratteristiche ambientali lo distinguevano uno dall'altro o ne caratterizzava i gruppi o le appartenenze o le nazioni, evidenziandone lo spirito creativo legato sia al senso religioso che di evoluzione sociale.

E' solo una questione di tempo (non il tempo della vita di un uomo, quello della natura) ma la globalizzazione logistica funzionale sarà realtà. Abbiamo prima iniziati ad unificare le piccoli tribù dell'uomo della caverna per passare agli agglomerati più grossi, poi le città le regioni gli stati e alla fine il mondo. Cosa umanamente molto buona, credo, per la convivenza funzionale dell'uomo simile su tutta la terra.

Cosa assai meno buona per le caratteristiche particolari se non individuali, individuabili per continenti della parte che caratterizza l'uomo dovuta al suo esistere in un luogo della terra o in un altro. Tanto che questa differenza geografica ne ha determinato le caratteristiche somatiche e linguistiche di diverse popolazioni.

Nei secoli e secoli scorsi queste differenze sono state molto evidenti nel campo dell'architettura cioè del sistema che l'uomo ha trovato per difendersi dalla natura. Natura intesa in senso lato altri abitanti animali e cose e manifestazioni atmosferiche, e intrinseche alla terra, vulcani terremoti e simili.

Le architetture che fino al secolo scorso sono restate molto distinte e individuabili nelle caratterizzazioni geografiche, stanno forzatamente ed irrazionalmente unificandosi, in una unica concezione architettonica sia funzionale che formale. Grave errore perché comunque anche se non l'uomo, ma il luogo resterà comunque diverso e comunque per viverci ci si dovrà difendere dalle caratteristiche manifestazioni naturali di esso, le quali non sempre sono confacenti o adatte alla vita umana. Ma oggi una parte degli uomini che poi diventa pensiero dominante, crede che la scienza può sovrastare alla natura, quindi l'uomo è in grado di modificare e non adeguarsi alle latitudini e longitudini del mondo.

Sintetizzo, in aree polari, temperate e tropicali, poi all'interno di ogni area troviamo aree più piovose più secche, franose, vulcaniche, soggette a terremoti, ad uragani, allagamenti, maremoti e forse molte altre specializzazioni, nell'ambito di tutto questo, l'uomo "non sapiens" pretende di costruire le architettura in maniera pressoché simile in ogni luogo, a prescindere da quello per cui l'architettura è nata e cioè l'elemento pericoloso per l'uomo dal quale difenderci. Quindi costruiamo case a gravità dove ci sono forze orizzontali naturali, costruiamo sempre a gravità dove ci sono forze aspiranti continuiamo a costruire dove i terreni franano o si allagano, dove c'è un freddo cane e dove ci sono 50 gradi all'ombra. Tutto ciò perché il razionale e illuminista uomo, crede di modellare a suo modo la terra. Per esempio si compete con la natura nelle zone sismiche dove si progettano case sempre più resistenti alle forze sismiche, è già è un grande passo in avanti perché nelle zone soggette ad uragani si continua a costruire leggere case in legno che ogni volta il vento si porta via. Si costruisce nell'alveo dei fiumi, dove quando il fiume decide vengono portate gratuitamente al mare.

Per fortuna io sono architetto contadino e vivo nella natura che non mi ama.


Sarnano 2014

Arch. Giuseppe Gentili