Ascolto voci di eterogenei mezzi di comunicazione, che il clima è impazzito, il clima è andato in crisi, il clima sta cambiando, abbiamo poco tempo prima della catastrofe ecc. Il clima si adegua, fa il clima, cambia, non è impazzito, l’uomo, presuntuoso ed arrogante e “ ’gnorante” non lo capisce. Poi, i mezzi di comunicazione puntualizzano ed enfatizzano ed esaltano i concetti e le manifestazioni degli “sverdi” e dei “gretini” che attribuiscono la colpa di tale tragedia all’uomo in generale, e precisamente alle attività umane inquinanti. Si è arrivati a dire che gli animali degli allevamenti per l’alimentazione dei popoli, contribuiscono molto alla cappa di anidride carbonica, che è causa del cambiamento climatico.
Il cambiamento climatico c’è ed è inconfutabile, quello che è confutabile è che sia colpa delle attività umane. La premessa fondamentale è che la salvaguardia dell’ambiente è cosa dovuta, e un dovere dell’umanità, non inquinare comunque, ed anzi tendere alla rimozione degli elementi inquinanti sparsi in natura, terra, mare o in aria che siano. Il cambiamento climatico, come dice anche l’illustre prof. Zichichi, non dipende dall’uomo ma dall’attività del sole e non ci si può fare nulla. Quindi le modificazioni climatiche avverranno, come sono avvenute nei millenni passati, dove le attività umane inquinanti come oggi non c’erano. Nelle decine di anni intorno all’anno zero, in riferimento a Gesù Cristo, il clima era caldo, c’é stato un cambiamento climatico, basterebbe vedere le sculture, le pitture o i costumi di quell’epoca. Nell’anno intorno al mille di nuovo il clima si è riscaldato, e non certo per colpa dell’uomo, forse degli animali. Basta documentarsi un po’ in Internet e in letteratura e si trovano infiniti riferimenti, per esempio: i ghiacci della Groelandia non c’erano come oggi, tanto che l’area si chiamava “terra verde”. Oggi terzo millennio, c’è il riscaldamento della terra, come nei millenni passati. In sintesi ogni mille anni dell’era documentata, il clima terrestre si riscalda, a prescindere dall’umanità “capisciotta”.
Ora il problema vero, che nessuno mette in evidenza, è cosa fare per evitare che tali cambiamenti distruggano l’habitat dell’uomo, degli animali e dei vegetali? La soluzione non è: impediamo che il clima si modifichi, perché per questo ci vuole Dio, per chi ci crede. Invece di straparlare, demagogicamente, gli Stati, gli Amministratori, e i Governanti tutti, dovrebbero proporre modi ed azioni non per arrestare il riscaldamento delle terra, che avverrà comunque, ma studiare piani e proporre azioni per poter assuefare ed eliminare gli effetti di tale cambiamento, e questo non sarebbe né demagogico né impossibile. Si è mai sentito parlare di piani finalizzati a soluzioni del genere? No, mai.
Ora vorrei fare un’analisi elementare di quello che si potrebbe fare per evitare morti e danni alle cose e distruzione dell’ambiente a causa del cambiamento climatico, che come già detto non si potrà evitare, checché se ne dica...
Da notizie di quotidiane sventure sappiamo che gli effetti delle masse d’acqua che cadono dal cielo vanno sempre ad incidere negli abitati, specialmente delle città, con frane ed allagamenti drammaticamente estesi. Nelle città l’acqua non canalizzata scorre sulle superfici impermeabili di asfalto o pavimentate, come strade piazze, slarghi ecc. accrescendo la propria violenza man mano che scende verso le parti basse, ma questo sarebbe eliminato come effetto, se le canalizzazioni, fognature, chiusini, scoli e vie di fuga per l’acqua, fossero sempre pulite, ordinate, mantenute, ed ampliate ove necessario. L’acqua va canalizzata dove non fa danno. Ma nessuno organizza progetti di questo genere. Inoltre le acque che si riversano nelle città o sulle strade creando frane e smottamenti, a volte drammatici portandosi via interi agglomerati, provengono dalle campagne spopolate, abbandonate o semiabbandonate, dove i torrenti, i fiumi, gli scoli naturali delle acque sono intasati chiusi, attappati da ogni materiale botanico e non, quindi l’acqua non ha altra possibilità che accumularsi e scorrere in fiumi di nuova costituzione, visto che gli alvei storici, piccoli o grandi che siano, sono ostruiti. Nessuno organizza lavori per tenere il territorio in ordine, bisogna istituire gruppi di lavoratori addetti alla manutenzione del territorio, manutenere e canalizzare le acque in ogni parte del territorio dalle montagne al mare,pulire i boschi creare nuovi scoli e nuove vie di fuga per l’acqua, questo deve diventare un lavoro per specializzati con tanto di manodopera e progettazione, che lo Stato deve pagare per evitare di pagare a caro prezzo gli effetti finali conseguenti alla mancata cura del territorio. Se in città o nelle campagne, boschi e montagne l’acqua trovasse indirizzi prestabiliti ove scorrere , non succederebbe un bel nulla, potrebbe piovere quanto vuole. Poi mi meraviglio nel vedere le case scoperchiate distrutte dalle tempeste di acqua e vento, specialmente in zone estranee all’Italia, case fatte di tavole leggere, strutture aleatorie, che passata la bufera, dopo aver pianto sulla distruzione, si ricostruiscono alla stessa maniera, tanto che alla prossima tempesta si ricomincia da capo. Qui manca il concetto di prevenzione e di progettazione in funzione di quello che si deve affrontare. Sarebbe ora, invece di lagnarsi ed andare dietro ai sogni economicamente redditizi di “Sverdi e Gretini” di pensare a piani d’intervento per una nuova visione del paesaggio urbano ed extraurbano, pensando con caparbietà al percorso dell’acqua, dai monti al mare, le tragedie non ci sarebbero più. In futuro crescerà il livello del mare? Bene, Governati delle Nazioni studiate un piano per salvare le coste, come? Siete pagati per fare le cose non per constatare gli avvenimenti.
Conclusione: urge non pensare ad azioni per fermare il cambiamento climatico, ma pensare a come risolvere i problemi causati dal riscaldamento del clima.
Sarnano 2021
Giuseppe Gentili