La cosiddetta società occidentale attuale, al contrario di quello che hanno fatto gli uomini nei millenni passati, ha quasi completamente rimosso dal vivere quotidiano la dimensione trascendente dell’essere umano. Dimensione trascendente riferita sia alla divinità che alla morte.
Raramente si parla di architettura sacra e mai dell’architettura riferita ai cimiteri e alle tombe. Anche se il Papa è ogni giorno in televisione la sua presenza è più riferita al sociale che a Dio. Della morte poi se ne parla spesso come cronaca, e con molto razzismo culturale: se muore qualcuno dello spettacolo, della politica o di livello sociale elevato, i media ci dicono che è scomparso, non morto; se un operaio cade dall’impalcatura: è morto un operaio. In una società del genere è evidente che solo alcuni valori sono messi in evidenza e altri negati. Nelle architetture delle star non esistono costruzioni relative alla morte.
Nella mia attività professionale ho realizzato anche alcune architetture funerarie, e questa sintesi fa parte del mio curriculum.